Racconti d'artista. Spazio, segno, colore, politica. Paolo Masi ci conduce dai collettivi alle ricerche analitiche

Oltre sessant'anni di carriera, dalle esperienze con i collettivi all'approdo alle ricerche analitiche. Paolo Masi si racconta. 

Fiorentino, classe 1933, interessato alle ragioni politiche, oltre che estetiche, partecipa da protagonista alle esperienze collettive delle Case del Popolo di Firenze, portandovi un linguaggio di rottura come l'astrazione, fino a fondare Zona (oggi Base) con Maurizio Nannucci e Mario Mariotti .

Da questi presupposti, anche militanti, Paolo Masi arriva al cartone, materiale privilegiato. Lo raccoglie per strada. Lo taglia in formati ricorrenti, ma soprattutto ne rispetta, ascolta e riverbera le preesistenze, aggiungendovi tocchi di colore. 

La necessità è sempre quella di porsi controcorrente, anche partendo da un contesto politico irrituale, che definisce proletario. A questo somma le ricerche analitiche, attente ai principi fondanti la composizione, quelli di spazio, segno e colore. Tutti questi elementi hanno reso e rendono il percorso di Paolo Masi unico.

 

 

Quando, perché e con quali obbiettivi nasce la sua opera?
Dalle Case del Popolo allo spazio per l'arte Zona, come ha contribuito la politica a rinnovare l'arte e la sua opera?
Quale l'obbiettivo nell'uso del cartone?
Spazio, segno e colore. Come descriverebbe la sua ricerca analitica?

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