Due spazi in uno, a intermittenza. Progetto indipendente e galleria, nel medesimo loft vetrato in via Tadino, affacciato sul cortile dove si trova anche Gio Marconi.
C'è Cabinet da un lato, spazio per la pura sperimentazione nutrito dalla direzione artistica di Maria Chiara Valacchi dal 2010.
E c'è Studiolo dall'altro, galleria gestita da Antonio Di Mino dal 2012.
Finora Cabinet si è soprattutto dedicato a doppie personali, in forma di dialoghi stringenti tra autori e tecniche.
Unisce entrambi i progetti una vocazione per la pittura che ricorre mostra dopo mostra. La pittura è sempre al centro, che sia solo evocata, materializzata o ibridata ad altre tecniche.
Lo conferma la personale, inaugurata il 24 maggio da Cabinet. È dedicata a un maestro come Pier Paolo Calzolari (Bologna, 1943) e s'intitola Pitture.
Fino al 4 luglio, la mostra riunisce tre opere, di cui due inedite. Attingono a materiali classici della storia della pittura come la tempera grassa, la tempera all’uovo, pigmenti a colla, l’olio e la grafite, ma anche ad altri più scultorei e in un certo senso poveristi come il piombo, ad esempio, a cui associa canne di bambù e un’ostrica.
La valorizzazione della pittura si compone anche di un altro tassello in questo composito progetto a doppia firma, Valacchi-Di Mino. È la piattaforma Paint!, progetto editoriale indipendente nutrito da artisti. Si focalizza sulla pittura internazionale e sul monitoraggio delle migliori mostre internazionali sul tema.
Come nascono Spazio Cabinet e Studiolo Project? Quali sono stati gli obiettivi, le urgenze?
Quali sono state le linee guida e il format fin dal principio?
Collaborazioni e bilanci. A quali piattaforme digitali guardate, a quali fiere e perché?
Sviluppi e futuro del format. Quali idee e iniziative state sviluppando per adattarvi all'attualità?
In che modo è cambiato il lavoro dei vostri artisti in questo nuovo scenario?
Foto di Fabio Rizzo.
