L'artista modenese ci svela in esclusiva quale dimensione del sogno indaga nella sua vita e nella sua opera. La ritroviamo nel diario di sempre, dove annota e disegna la sua attività onirica; come nelle stanze stesse di P420, per una mostra che prende forma nel buio profondo del sonno e del sogno
«Non è la dimensione surreale o straordinaria del sogno e neppure quella eccentrica o psicanalitica ad attirarmi, ma la sua dimensione reale.
Il mondo si è come svuotato di realtà, mentre quest'ultima è migrata verso il territorio del sogno.
Non sto parlando di una situazione personale, ma di un fatto collettivo. Un vero e proprio segno dei tempi.
La realtà è diventata un involucro vuoto dove si celebra il trionfo depressivo di un’esaltazione isterica di pseudo eventi.
Non si può più vivere alla luce abbacinante di quei deserti dell’iperrealtà, c’è bisogno del mondo della notte, dove i contorni delle cose perdono la loro geometria per adeguarsi di nuovo e finalmente alla nostra vita interiore».
Franco Vaccari
