In questa mostra, che vuole essere pura drammaturgia, le tre artiste si confrontano con il ricordo e con la ricostruzione di sé e del proprio vissuto. Si guarda oltre la patina della realtà quotidiana per ricercare e ascoltare le profondità recondite del proprio intimo, dando voce a tutte le paure, le emozioni e le pulsioni che normalmente tendiamo a rimuovere.
Le opere di Jeanne Gaigher (Cape Town, 1990) mostrano figure in un processo di continua trasformazione, in un gioco di rimandi tra astrazione e rappresentazione. Tramite la ricostruzione di corpi e parti anatomiche con vari materiali restituisce la vitalità con le loro interazioni con l'ambiente, raccontando gli stati d'animo che si manifestano nei momenti di cambiamento.
Youssra Raouchi (Tetouan, Marocco, 1999) porta nei suoi lavori il conflitto tra l'espressione della propria identità e della ricerca del sé autentico e profondo e la pressione delle regole e delle richieste alienanti della società. Scenari onirici, interesse per l'idea di Rizoma e convergenza di media diversi sono i suoi caratteri distintivi.
L'artista ucraina Sofiia Yesakova (Kyiv, 1998), padroneggiando un'estetica minimalista, si confronta con il mito del razionalismo occidentale e con la sua capacità di illuderci: continuando a fare del nostro meglio possiamo ignorare l’imminenza della catastrofe. La sua riflessione mostra come tendiamo ad evitare di ricordare la violenza e a non riconoscerla quando essa diventa evidente.a